domenica 30 settembre 2007

giovedì 27 settembre 2007

Macchinina mia, quanto sei bella...!!

L'ho aspettata, eh...
L'ho sognata...
M'è costata soldi e fatica...
Ma ora è arrivata, più bella che mai!
Giusto in tempo per il mio trasferimento a Milano, di modo che potrò usarla solo nei fine settimana...sigh

mercoledì 26 settembre 2007

Erlkönig, Johann Wolfgang von Goethe

La mia infanzia è stata costellata di storie di questo genere. Oltre al classico "Uomo Nero", c'era il "Sandmann" (non credo esista un equivalente italiano. Letteralmente "uomo di sabbia", era colui che gettava sabbia negli occhi dei bambini per renderli ciechi nel caso li avesse trovati ancora svegli la notte) e "Erlkönig", il Re degli Elfi.
Questa ballata è di Goethe, autore tedesco che io semplicemente adoro, e - se non erro - musicata da Franz Schubert.

Wer reitet so spät durch Nacht und Wind?
Es ist der Vater mit seinem Kind
Er hat den Knaben wohl in dem Arm,
Er faßt ihn sicher, er hält ihn warm.

»Mein Sohn, was birgst du so bang dein Gesicht?«
»Siehst, Vater, du den Erlkönig nicht?
Den Erlkönig mit Kron und Schweif?«
»Mein Sohn, es ist ein Nebelstreif.«

»Du liebes Kind, komm, geh mit mir!
Gar schöne Spiele spiel ich mit dir;
Manch bunte Blumen sind an dem Strand;
Meine Mutter hat manch gülden Gewand.«

»Mein Vater, mein Vater, und hörest du nicht,
Was Erlkönig mir leise verspricht?«
»Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind;
In dürren Blättern säuselt der Wind.«

»Willst, feiner Knabe, du mit mir gehen?
Meine Töchter sollen dich warten schön;
Meine Töchter führen den nächtlichen Reihn
Und wiegen und tanzen und singen dich ein.«

»Mein Vater, mein Vater, und siehst du nicht dort
Erlkönigs Töchter am düstern Ort?«
»Mein Sohn, mein Sohn, ich seh es genau:
Es scheinen die alten Weiden so grau.«

»Ich liebe dich, mich reizt deine schöne Gestalt;
Und bist du nicht willig, so brauch ich Gewalt.«
»Mein Vater, mein Vater, jetzt faßt er mich an!
Erlkönig hat mir ein Leids getan!«

Dem Vater grauset’s, er reitet geschwind,
Er hält in Armen das ächzende Kind,
Erreicht den Hof mit Mühe und Not;
In seinen Armen das Kind war tot.
Questa è, invece, la versione in italiano (tradotta da me, quindi chiedo venia per ogni possibile errore):

Chi cavalca così veloce nella notte e nel vento?
È il padre con suo figlio;
Tiene il ragazzino nelle sue braccia,
Lo tiene stretto, lo riscalda.

«Figlio mio, perché nascondi così angosciato il tuo viso?»
«Non vedi, padre, il Re degli Elfi?
Il Re degli Elfi con la corona e lo strascico?»
«Figlio mio, è solo un banco di nebbia.»

«Caro bambino, su, vieni con me!
Giocherò a dei bellissimi giochi con te;
Ci sono molti fiori colorati sulla riva;
Mia madre ha molte vesti dorate.»

«Padre, padre, non senti,
Le promesse che il Re degli Elfi mi sussurra?»
«Stai tranquillo, rimani calmo, figlio mio;
È il vento che mormora tra le foglie secche.»

«Vuoi, gentile ragazzo, venire con me?
Le mie figlie ti accudiranno bene;
Le mie figlie faranno il girotondo tutta notte
E ti culleranno e danzeranno e canteranno.»

«Padre, padre, e non vedi laggiù
le figlie del Re degli Elfi in quel luogo cupo?»
«Figlio mio, figlio mio, io ci vedo bene:
Sono i vecchi salici che sembrano così grigi.»

«Ti amo, sono attratto dal tuo bell’aspetto;
e se tu non vuoi, ti prenderò con la forza.»
«Padre, padre, ora mi agguanta!
Il Re degli Elfi mi ha ferito!»

Il padre inorridisce, cavalca contro il vento,
Tiene tra le braccia il figlio agonizzante,
Arriva faticosamente al suo podere;
Nelle sue braccia il bambino era morto.

A prescindere dalla fine tragica della ballata (in realtà, quasi tutte le ballate con questa tematica hanno un triste epilogo), la trovo fantastica: la musicalità è perfetta e le immagini che le parole composte riescono ad offrire, dipingono un alone di mistero e di magia attorno alla poesia.

lunedì 24 settembre 2007

domenica 23 settembre 2007

Sfogo a ruota libera

In giorni come oggi, in cui la mia indole solitaria è più accentuata del solito, mi ritrovo a pensare a me stessa.
Non che di solito non lo faccia, sia chiaro. Anzi. Sono una persona che pensa, ripensa, riflette, considera, pondera, rimugina...
Che grande cosa, i sinonimi.
Ma sto divagando, come mio solito... È difficile che qualcosa con me abbia un filo logico negli ultimi tempi, lascio tutto al caso.
E non è da me. Io, maniaca dell'ordine. Io, miss perfezione. Io, con tutte le mie tare mentali sull'ordine logico da seguire.
Mi manca un po' tutto, in questo periodo. Mi sono resa conto in quest'ultima mia vacanza di come sia diventata insofferente. Non che prima non lo fossi, solo che l'insofferenza sta raggiungendo livelli mai visti prima. E mi spiace, perché mi rendo conto che rovino i rapporti che intesso con tanta difficoltà.
A causa della mia insofferenza mi allontano da tutto e da tutti, ho un continuo bisogno di cambiare ma, allo stesso tempo, di qualcuno che mi stia accanto. E diventa sempre più difficile trovarlo, perché sono stronza, sono acida, sono insofferente, sono cresciuta troppo in fretta, sono fredda, sono insicura... Sono una marea di cose che fa scappare le persone.
Ho anche dei pregi, ovvio. Ma non è questo il momento di elencarli, trattandosi di uno sfogo. E, in ogni caso, non sono abituata a tessere le lodi di qualcuno, figuriamoci di me stessa.
A poche settimane dall'inizio dell'università mi sento fragile come non mai. Leggere negli occhi di mio padre, che raramente scambia con me più delle solite frasi di circostanza, un "so già che non ce la farai" mi fa male, terribilmente male. So che le mie aspirazioni sono alte, ma so di poter riuscire, volendo. Eppure, tutto quello che cerco è un "sono fiero di te" che so già non arriverà mai.
Perché? Non lo so e non voglio saperlo, perché il venire a conoscenza del perché mio padre costruisca ogni giorno un muro sempre più invalicabile tra me e lui sarebbe più doloroso dell'attesa per una semplice frase mai detta.
Quindi, che fare? Basta stamparsi in faccia uno di quei sorrisi finti che ormai mi riescono meglio di quelli veri e far finta che tutto vada bene, perché sono solo ansie da post adolescente complessata.

sabato 22 settembre 2007

Lady Chatterley's Lover, D. H. Lawrence

And a woman had to yield. A man was like a child with his appetites. A man had to yield him what he wanted, or like a child he would probably turn nasty and flounce away and spoil what was a very pleasant connection. But a woman could yield to a man without yielding her inner, free self. That the poets and talkers about sex did not seem to have taken sufficiently into account. A woman could take a man without really giving herself away. Certainly she could take him without giving herself into his power. Rather she could use this sex thing to have power over him. For she only had to hold herself back in sexual intercourse, and let him finish and expend himself without herself coming to the crisis: and then she could prolong the connection and achieve her orgasm and her crisis while he was merely her tool.

venerdì 21 settembre 2007

Autunno

Stamattina, mentre disfavo la valigia (ieri sera, quando sono tornata, non ne avevo la minima voglia, da brava scansafatiche quale sono), mi sono messa ad ascoltare la radio e ho realizzato una cosa: è il primo giorno d'autunno!Oh, adoro l'autunno... i colori così caldi, le foglie che scricchiolano sotto i piedi, il vento che scompiglia i capelli...
Certo, nella grigia Milano immagino non sia la stessa cosa, ma potrò gustarmi le meraviglie dell'autunno ogni fine settimana...

giovedì 20 settembre 2007

mh...

"mi immagino di possederti, invece sei tu che mi possiedi..."

mercoledì 12 settembre 2007

London calling

Parto domani.
L'ultima vacanza di una lunga estate...


[la foto è di un amico
http://picasaweb.google.it/alessandro.palmarin]

martedì 11 settembre 2007

Finally, we did it!

Finalmente l'ho rivista. Per una specie di mezza giornata, ma pur sempre meglio di niente. Ed è sembrato come se nulla fosse cambiato, mentre in realtà le frasi in sospeso, il continuo pensiero "saremo ancora così tanto in confidenza? Potrò raccontarglielo come se niente fosse?" e il non ricordare il tale Tizio, Caio o Sempronio che nominava presagivano il contrario.
Un po' s'è persa quella magia d'un tempo, ma è anche normale dopo così tanto tempo una lontana dall'altra e, in ogni caso, la giornata è stata più che piacevole.
Penso che solo lei sia in grado di capirmi così a fondo e io di seguire i suoi ragionamenti contorti e senza senso. Probabilmente in alcuni momenti non ce l'avrei fatta senza di lei.

lunedì 10 settembre 2007

Schmerz

Quello stramaledettissimo dolore è ricominciato. Era un po' che non si faceva sentire, speravo quasi se ne fosse andato per sempre, come per magia.
E invece no, eccolo che ritorna, puntuale come un orologio svizzero. E quello che prima era semplicemente un dubbio, si sta trasformando lentamente in realtà: e se il medico avesse sbagliato diagnosi? Insomma, può sempre succedere. Anche perché, a suo dire, il tutto sarebbe dovuto sparire nel giro di qualche giorno. Ed era giugno.

domenica 9 settembre 2007

Ucciderò Mia Madre, Michela Franco Celani

Tutte le volte che incontro una persona che non vedo da molto tempo mi pare di essere addirittura sommersa dalla quantità di cose che devo raccontare; poi, all'improvviso, mi accorgo che in realtà mai ho così poco da dire come alle persone che appunto non vedo, con le quali ho da condividere solo ricordi sfocati che spesso neppure combaciano tra loro, deformati da esperienze e memorie diverse. O piuttosto è l'imbarazzo di avere una vita che si può riassumere in due parole.
Snocciolo una serie di «no» - marito figlio laurea fotografia no - e vedo Edvige talmente delusa che all'improvviso mi ricordo di quanto mi abbia voluto bene e abbia creduto in me, di come io sia stata per anni il suo modello irraggiungibile.
Allora, stupidamente, vorrei essere io a consolarla e raccontarle qualche «sì», ma quale? Lavoro sì, certo, c'è di peggio che starsene otto ore dietro a una scrivania, e uomini sì, ma niente di più che qualche corpo caldo in mezzo alle gambe che al mattino lascia nel letto un'impronta umida e stropicciata e dentro di me la voglia di stare sola. Così penso che i miei «sì» la deluderebbero ancor più dei miei «no» e non dico nulla.

sabato 8 settembre 2007

Oroscopo

Non è che creda all'oroscopo, anzi. Nonostante trovo che non potesse esserci segno più azzeccato per me, in genere lo leggo per farmi due risate. Fatto sta che, maledetto l'oroscopo e chi lo scrisse, non c'è una, dicasi una, volta che l'oroscopo giochi a mio favore. Uff...
Gemelli (21 maggio - 20 giugno)
Una vecchia canzone della Motown intitolata You really got a hold on me contiene questi versi: "Non mi piaci, ma ti amo… Non ti voglio, ma ho bisogno di te". Nella tua vita c'è qualcuno o qualcosa che corrisponde a questa descrizione, Gemelli? Se c'è, questo è il momento giusto per rivedere il tuo rapporto e cambiarlo. Una domanda che potresti farti è: sto sopportando questa dolorosa discrepanza per un nobile scopo? O è una questione di dipendenza, e coltivi questa brutta abitudine per via di una vecchia ferita che pensi erroneamente di poter sanare solo con questo tormento?

venerdì 7 settembre 2007

Un po' in colpa..

Cazzate. Mi sento terribilmente in colpa.
Come mio solito, ho tratto conclusioni prima del tempo.
Che poi, in fondo, la colpa è mia che tendo ad isolarmi quando le cose iniziano a diventare importanti.
Ho dimenticato per un'intera estate una persona essenziale, accusando lei di fare promesse che non è in grado di mantenere, quando poi quella che non è in grado di prendere in mano il cellulare e digitare un numero sono io.
E cosa scopro? Che s'è sentita terribilmente sola, abbandonata, mentre io ero in giro a fare la cogliona tra valli comasche e austriache.

giovedì 6 settembre 2007

mercoledì 5 settembre 2007

Miserable, Lit

You make me come
You make me complete
You make me completely miserable
Stuck to a chair
Watchin' this story about me
Everything goes by so fast
Making my head spin
Used up all of my friends
Who needs them when you mean everything
I love the things that we should fear
I'm not afraid of being here
So much the same
It makes me helpless alone
Nothing to share
Why should I care if your near me
Give up all of my plans
But who needs them
When you mean everthing
I love the things that we should fear
I'm not afraid of being here
So much the same
You make me helpless alone
Yeah, yeah..You make me come
Yeah, yeah..You make me complete
Yeah, yeah..You make me completely miserable
I love the things that we should fear
I'm not afraid of being here
So much the same
It makes me helpless alone
You make me come
You make me complete
You make me completely miserable
Yeah, yeah..You make me come
Yeah, yeah..You make me complete
Yeah, yeah..You make me completely miserable

martedì 4 settembre 2007

Lascia l'amaro in bocca

Vedere, ma non guardare...
Sentire, ma non ascoltare...Perché si parla per dar fiato alla bocca?
Perché sembra sempre che nulla faccia al caso nostro?
Perché le persone nelle quali credevi maggiormente ti abbandonano così, come se fossi stata semplicemente un capriccio?

lunedì 3 settembre 2007

Perché non tutte le conversazioni sono superficiali

«"Ti voglio bene" e "ti amo" sono solo frasi di "circostanza"...»
«Ormai 'ste frasi sono diventate un cliché, hanno perso il significato che portavano...Forse è per questo che non le dico, o forse è solo paura d'espormi...Preferisco leggerle e farle leggere negli occhi...Sempre se si riesce a coglierle...»
«Ancora una volta hai centrato in pieno il mio pensiero.»

Il fattore ex

In genere, tendo a mantenere buoni rapporti con tutti. Non so perché, dato che il mio carattere non è dei migliori e, a rigor di logica, si direbbe che distruggo ogni cosa che abbandono/mi abbandona.
Per quanto riguarda gli ex, invece, è il contrario. In un modo o nell'altro sono significati qualcosa per me, ma sembra che loro preferiscano distruggermi, insultarmi, quasi tutta la colpa fosse stata mia.
L'ultimo è stato l'Artista. Non l'ho capito, l'ho maltrattato, gli ho distrutto l'anima.
A mia difesa, posso dire di avergli spiegato che si stava andando troppo velocemente, che era impossibile, dopo un paio di uscite, che fosse già follemente innamorato di me...
No, io non l'ho capito. E per fortuna, in genere, sono le donne che accelerano i tempi.
Giusto per sottolineare il fatto che era follemente innamorato di me, è andato una settimana in vacanza in Tunisia ed è tornato follemente innamorato di una berlinese, tale Mia.
Perché i sentimenti sono sempre veri.

domenica 2 settembre 2007

Chiedi Alla Polvere, John Fante

Ci saranno momenti di confusione e momenti di desiderio, e altri in cui la mia solitudine verrà alleviata solo dalle lacrime che, come uccellini bagnati, cadranno ad ammorbidire le mie labbra aride. Ma ci sarà consolazione e ci sarà bellezza, come l'amore di qualche fanciulla morta. Ci saranno risate soffocate e la quieta attesa della notte e una tenue paura dell'abbraccio avvolgente e derisorio della morte. E la notte verrà, e con essa i dolci oli delle mie marine, versati su di me da chi non ho abbandonato per inseguire i sogni della mia gioventù. E io sarò perdonato, per questo e per altro, per Vera Rivken e per l'incessante battere d'ali di Voltaire, affascinante uccello, e perché mi sono fermato a osservarlo e a sentirne il canto. Tutto mi sarà perdonato, quando farò ritorno alla mia terra sul mare.

sabato 1 settembre 2007

Zufriedenheit

Non è che sia triste, anzi. Solo che, in genere, uso lo scrivere per sfogarmi.
Quindi, ci si ritrova con una marea di sfoghi e sembra che nulla vada bene. Tutto il contrario.
Sono felice. E molto. Ho qualcuno al mio fianco che riesce sempre a strapparmi un sorriso, gli amici - quelli veri - sono sempre presenti, rido, scherzo, mi diverto, vedo ogni giorno avvicinarsi maggiormente il mio sogno.
Non c'è niente che non vada, in fondo. A volte riaffiorano dei ricordi, non sempre felici, ma ciò non significa che io stia male per questo. Mi piace portarli con me, fanno parte di me: è bello pensare di essere riuscita a superare certi momenti, di aver voltato pagina, di essere maturata anche grazie agli errori commessi in passato...