giovedì 31 gennaio 2008

Settimana milanese

Settimana interessante, questa.
Ok, sono rimasta solo quattro giorni a Milano, ma ci sono stati più risvolti in questi giorni che in tutte le settimane passate.
Si è scoperto che io e una coinquilina ci "isoliamo" quando ci troviamo in casa: fa sorridere questa cosa, perché trovarsi bene e stringere un rapporto particolare con una persona mai incontrata prima e con la quale devi convivere è una bella cosa. A mio parere. Ma a quanto pare a detta di altri non è così.
Ho avuto una conversazione brillante con un altro dei miei coinquilini. Sotto la maschera di buffone di corte è un ragazzo geniale. È bello aver trovato delle persone con le quali parlare. E non è così scontato come può sembrare. Perché iniziare a parlare di quanto è egocentrica una e finire per parlare di lottare per il valore nel Medioevo non è da tutti. No.
Sono una dei quattro eletti nella Casa dello Studente (e la Casa del Grande Fratello è niente a confronto, ne sono sicura). Perché con me si può parlare liberamente. E sono contenta di essere considerata così.
Martedì ho avuto l'esame di informatica. Esame. Buffonata, diciamo. Per il grande impegno che ci ho messo, mi sarei aspettata di non passarlo. E invece sulla schermata del computer è apparso "Esame superato!". E ho pensato: sicuramente c'è stato qualche errore. Bah.
Meglio così. Mi spiace solo per l'altra metà del mio cervello tedesco che ha dovuto aspettare un intero pomeriggio per dare l'esame. Povera. Ma anche lei l'ha superato brillantemente. E mi sarebbe parso strano il contrario.

venerdì 25 gennaio 2008

Untitled

Mi sveglio prima oggi. Odio farlo: i miei modi di fare risultano nauseanti per tutto il giorno. Ma mi tocca: i tecnici della linea telefonica hanno deciso di presentarsi prima dell'inizio dell'orario di ufficio e, per essere lì in tempo, devo per forza svegliarmi un trenta minuti prima.
È finito il latte e non ho voglia di aprirne uno nuovo. Anziché i cereali, stamattina bevo il tè con una fetta di crostata della nonna, casomai patissi la fame in queste settimane di indipendenza.
Cerco di fare uscire il cane ma, come ogni mattina, si rifiuta di alzarsi dalla brandina e fa finta di dormire. Al diavolo, oggi non ho la pazienza necessaria per pregarlo d'uscire. Rimanga pure in casa tutto il giorno, dato che prima di sera non penso di tornare, problemi suoi.
Chiudo il cancello e m'accendo la prima sigaretta della giornata. Viziaccio maledetto ma insostituibile. Mi chiedo per quale arcano motivo non possa prendere la macchina invece di fare di corsa la strada che mi separa dall'ufficio, dato che, immancabilmente, mi perderò nei miei pensieri e arriverò in ritardo. E io odio essere in ritardo.
Dietro di me sento le campane. A lutto.
E mi si gela il sangue.
Perché io so per chi sono. Perché io conosco quella persona.
E mi domando perché con tutti i bastardi che ci sono a questo mondo proprio lei doveva spegnersi lentamente. E mi domando perché proprio in questo periodo, già depresso di per sé dato l'avvicinarsi del suo anniversario di morte.
Mi fermo a pensare che forse è meglio così. Egoisticamente dico che non vorrei se ne fosse andata, ma credo abbia fatto la scelta giusta: rifiutare cure inutili che, sì, l'avrebbero tenuta in vita, probabilmente, per un altro paio d'anni, ma che l'avrebbero distrutta dentro.
Tra un pensiero e l'altro arrivo davanti all'ufficio. Guarda caso, i tecnici non sono ancora arrivati. Figuriamoci.
Mi accendo un'altra sigaretta, mentre ogni suono di campana sembra pugnalarmi all'altezza del cuore. Mi passano per la mente tutte le persone che le erano più vicine di me. Se io sto così male, loro come stanno? E cosa potrei fare per aiutarle? In certe situazioni non so mai cosa fare. E la mia freddezza di certo non aiuta.
In più s'avvicina lo pseudo-esame. Sinceramente, non so se andarci o meno. In fondo, un esame si può fare anche in futuro, non è la fine del mondo.
Non lo so. Oggi non sono in grado di pensare.

giovedì 24 gennaio 2008

Uh?

Istruzioni:
prendere il libro più vicino e/o a portata di mano
sfogliare fino a pagina 123
contare le prime 5 frasi
riportare nel Blog le 3 frasi successive

Lo so già. È la fantasia della mia infanzia che mi eccita e mi congela al tempo stesso, e mi fa scorrere il sangue velocissimo per qualche secondo. Io non posso combattere contro questa fantasia.

..:: David Grossman -- Che Tu Sia Per Me Il Coltello ::..


[Adoro queste stupidate pseudo-letterarie. Soprattutto se interrompono uno studio noioso.]

Inno a Iside

Perché io sono la prima e l'ultima,
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la mamma e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile
Io sono colei che dà alla luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creò.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la scandalosa e la magnifica.

martedì 22 gennaio 2008

Tätowierung

S'è deciso ormai. Il mio secondo tatuaggio è alle porte. Mercoledì prossimo (giorno dopo aver fatto finta d'aver dato l'esame di informatica... ihihih) io e un'amica finalmente (e dico finalmente perché è da quando abbiamo fatto il primo che diciamo che dovremmo andare insieme a fare il secondo) andremo a prendere l'appuntamento dalla tatuatrice. La stessa dell'altra volta, ché squadra che vince non si cambia.
Alla fine ho deciso per Bastet sulla caviglia, anziché la scritta. Ci sarà anche quella in un futuro, ma non sono più sicura che il polso sia il posto ideale. In ogni caso, c'è tempo. Iniziamo - o continuiamo - con questo per ora.

lunedì 21 gennaio 2008

Pensieri e Parole

Ieri, parlando con un amico, mi sono resa conto di non essermi mai legata veramente con qualcuno. Non che ne faccia un affare di stato, sia chiaro. Però è strano questo mio non riuscire a legarmi a nessuno. Sentimentalmente parlando, s’intende.
Certo, sono giovane e blablabla, però, appena la cosa inizia a farsi “interessante” io fuggo. Di cosa ho paura? Non lo so. In fondo, non dovrebbe esserci nulla che mi blocca. O forse si?
In passato sono stata costretta ad agire freddamente: non potevo chiedere nulla all’”uomo” del momento, era troppo impegnato a divertirsi per fermarsi a guardare chi aveva di fronte. Forse è per questo che sono insicura nei rapporti di coppia e la glacialità è diventata parte integrante del mio carattere.
O forse è colpa sua. No, impossibile, lei non ha colpe. E, in ogni caso non è il momento di parlare di lei, lo farò a tempo debito.
Negli ultimi tempi, comunque, inizia a pesarmi questa cosa. Sono sempre stata l’avventura tra una storia seria e l’altra, perché “sei bella, intelligente, simpatica… ma non ho voglia di impegnarmi ora”. Oppure quella che “sei la tipica ragazza che piace a me… ma sono certo che mi faresti soffrire”.
Farei soffrire. Non ci avevo mai pensato. Che avrei potuto ferire qualcuno, dico. Raramente ho agito per ferire qualcuno, non sono di indole cattiva. O, almeno, mi piace crederlo.
Forse è semplicemente mancanza di coraggio. Paura di espormi e di osare.
.
..

Forse.

domenica 20 gennaio 2008

...

"Chiamami come vuoi... In fondo, ogni cosa ha il nome che le si vuole dare..."


"Cosa è divertente, fragile, enigmatica e sconosciuta allo stesso tempo? Se trovi un nome per tutto questo, ti chiamerò cosi.."

giovedì 17 gennaio 2008

L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere, Milan Kundera

Tomáš si diceva: fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un'unica donna).

[Il mio libro preferito. Il mio scrittore preferito.


Perché questo discorso negli ultimi giorni ricorre un po' troppe volte nella mia mente.]

venerdì 11 gennaio 2008

Drei Sekunden Ewigkeit

Un dito che ti sfiora...
Le labbra che si toccano lievemente...
Il respiro rotto dall'emozione...
Tre secondi d'eternità.
Quanto mi manca tutto questo.



[Il titolo è una raccolta di foto di Doisneau, originariamente in francese. Ma, diciamolo, Francia e francesi non sono esattamente la mia passione. La poesia della lingua tedesca è difficilmente raggiungibile. Ma io sono di parte.]

mercoledì 9 gennaio 2008

Zwanzig

Vent'anni. Venti.
Se ci si ferma a pensare un attimo, è veramente tanto.
Pensare che c'è gente ancora in grado di vivere la propria vita al fianco di un'altra persona per vent'anni ti fa capire che non va poi tutto così male a questo mondo.
Di più se si pensa che prima, ovviamente, ci si è dovuti frequentare almeno il minimo indispensabile per capire di amarsi. Certo, poco più di un anno, dato che una persona stressante ancora prima di nascere ha accelerato i tempi.
Ma questo è un altro discorso. Neanche troppo distante se proprio si vuole essere analitici, dato che sottolinea l'intensità della relazione sin dall'inizio.


I miei genitori. Vent'anni oggi.

sabato 5 gennaio 2008

Io amo quest'uomo

"Se le vostre foto non sono sufficientemente buone, vuol dire che non siete andati abbastanza vicino."

R. Capa

"Capa sapeva che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un'emozione. Ma lui ha fotografato quell'emozione scattando accanto a lei. La sua macchina coglieva l'emozione e la tratteneva. L'emozione che contengono le sue foto arriva per caso. L'opera di Capa è in se stessa la fotografia di un grande cuore e di un'empatia irresistibile."

J. Steinbeck

giovedì 3 gennaio 2008

La prima neve

Perché ti svegli la mattina e, sentendo quello strano freddo ai piedi, già capisci...
Perché improvvisamente senti la mancanza di quella simpatica vecchina che passava per le stradine di paese urlando "fiocca!!"...
Perché muori dal ridere pensando a quanto è stupido il tuo cane che, quando gli lanci le palle e lui le prende al volo, non riesce a capire dove siano andate a finire...
Perché ti sembra di essere tornata bambina e, nonostante ti stia trattenendo, tu muori dalla voglia di fare un pupazzo o di buttarti a terra per fare un angelo...
Perché la prima neve ti scalda il cuore.

martedì 1 gennaio 2008

Per l'anno nuovo...

A tutti

un sincero


VAFFANCULO.



[perchè di essere presa per il culo sono stufa marcia]