lunedì 30 giugno 2008

Here we go again

Rieccoci qui. Di nuovo bloccata ad una sedia, la solita sedia, con il ghiaccio sul piede. Il piede blu questa volta, però, è il sinistro. E non ho la minima idea di come abbia fatto a cadere e a farmi così male. Fatto sta che son zoppa. Di nuovo.
E come ogni estate la pressione è ballerina. E pure ieri sono svenuta. Perché se mia madre m'avesse lasciata seduta nel mio angolino, probabilmente, sarebbe passato tutto. Ma ha voluto farmi alzare per portarmi a casa. Così, oltre ai lividi sul piede, ne ho altri in posti impensabili per la seconda caduta.
La voglia di studiare diminuisce e mi mancano ancora tre esami. Tre, perché la settimana scorsa non ho passato quello di tedesco. E più che il non averlo passato, è stata la motivazione: sembro una principiante. Allora per quale arcano motivo ho studiato tutti questi anni crucco? Manco fossi la prima scema che passa, ho il livello certificato dal Goethe Institut. Vabbè, ora non ho voglia di ripensarci.
Sono ancora stanca morta dalla festa di sabato. Perché la stagione delle feste estive della Pro Loco è iniziata e lavoro come una matta. E la gente che parla è sempre tanta, ma quella che si fa il culo (scusate il francesismo) sempre meno. Se le cose devono stare così, penso proprio che diserterò la Festa della Birra, perché voglio stare un po' con la mia Vero e con lui. Sempre se dura per altre tre settimane.
E ora, vado a zoppicare da un'altra parte...

mercoledì 18 giugno 2008

"Maturità, t'avessi preso prima..."

Anche quest'anno è iniziata. L'incubo degli studenti del quinto anno.
Che poi, io, nella celeberrima notte prima degli esami, ho semplicemente dormito. Non sopporto chi si agita per niente, quando ognuno è conscio di cosa sa e cosa no.
Sapevo che avrei dato il meglio di me nella prima e nella seconda prova (14/15 con il tema su Dante e lo stesso punteggio con la comprensione letteraria in inglese sull'ars poetica) e che avrei fatto schifo nella terza (non ricordo neanche quanto ho preso, so solo che a fine esame ho detto al mio professore di filosofia che credevo fossero troppe quindici righe per la domanda su Kant. E lui ha risposto che ci ha fatto la tesi di laurea su quella domanda. Figure di merda, a me!).
Per il resto, sta tutto alla commissione: se vuole, ti premia, altrimenti ti devi arrangiare.
I momenti più belli dei miei esami, comunque, rimarranno i viaggi interminabili in auto con Sabri, cantando a squarciagola sotto il sole cocente di giugno/luglio (non si può dire la stessa cosa per quest'anno...).

lunedì 16 giugno 2008

Notte Bianca Como 2008

Ammetto che non volevo andarci. Perché durante la Notte Bianca a Como aprono le gabbie. Ma come potevo lasciare un'amica in mezzo al marasma da sola, soprattutto dopo che m'aveva detto di volersi ubriacare?

Che brava amica che sono, eh?

Alla fine, m'è piaciuto. Ho rivisto molta gente, tra cui SS (con amico dell'amico annesso, che m'ha dato della sedicenne menosa perché non ridevo ad ogni singola stronzata che diceva. Che poi, inizia ad imparare l'italiano, poi ne riparliamo.) e Sacha, che non vedevo dalla maturità.

[In video, il momento migliore della Notte Bianca. In realtà, il momento migliore è stato un altro. Ma quelli non sono affari vostri.]

sabato 14 giugno 2008

Il Futuro è già qui

Eccolo. Il mio futuro.
Già mi vedo, mezza matta (non che la sanità mentale sia mai stata il mio forte), con i capelli grigi e arruffati causa non-voglia di andare dal parrucchiere e con una mezza dozzina di gatti con nomi impronunciabili derivati da strane mitologie conosciute solo da pochi eletti.
Che poi, la vita da zitella non è che mi dispiaccia. Meno problemi e meno seghe mentali.

[com'è facile auto convincersi, eh?]

venerdì 13 giugno 2008

Basta!

Ho deciso. La settimana depressa è finita in anticipo.
Perché io non sono così e odio chi piange sul latte versato. Quindi stop.
(la realtà è che ho ricominciato a sentirlo, ma ciò non toglie che mi senta patetica.)
E ho suggellato il tutto con un nuovo taglio (sempre la solita mente malata femminile): carré!
O bob, o caschetto che dir si voglia.
Addio capelli lunghi! Almeno per un po'...
Solo una cosa non capisco: per quale arcano motivo le ex fiamme cercano me una volta finiti i loro idilli d'amore?! Prima Erre, ora il Poeta. Sono stufa di questa mania! E tutti questa settimana, poi. Ci manca Endriu poi faccio il terno al lotto.

giovedì 12 giugno 2008

Solo una cosa...

Sono un'idiota. Sono una fottuta idiota.
Questi, per la cronaca, dovrebbero essere i miei appunti di letteratura tedesca.
Liebe ist grausam = l'amore è crudele.
Perché tutto mi ricorda te. E questa poesia sembra raccontare la mia situazione.

Dottooooooore?!

Io odio i dottori. In realtà, penso che tutti, chi più, chi meno, odino i dottori.
Io li odio perché immancabilmente sbagliano diagnosi. Mai - e dicasi mai - una volta che l'azzecchino.
Giusto per fare un esempio, m'hanno operato d'urgenza all'appendice, credendo stesse andando in peritonite. Quando m'hanno aperto, hanno scoperto che avevo un problema alle ovaie. Così mi ritrovo con tre cicatrici in più non volute. Ma vabbè.
In più, il mio odio verso i medici è aumentato da quando vivo con due future dottoresse: non si può fare una conversazione senza che loro inizino ad inserirci termini scientifici vari ed eventuali. Con il risultato di trovarsi di fronte i restanti membri della conversazione con faccia a punto di domanda per non aver capito un emerito. L'importante è che capiscano loro, no?
Fatto sta che sono tre mesi che ho un problema alla gola. Esami su esami, antibiotici su antibiotici e niente, la mia gola rimane sempre nel suo pessimo stato.
L'ultimo esame - incredibile! - è risultato positivo. Allora mi preparo psicologicamente a perdere un'intera mattinata in sala d'attesa e m'incammino verso lo studio medico.
Entro trionfante dal medico, pensando che finalmente la mia gola tornerà come prima.
Lui guarda gli esami, guarda la gola e poi...
"Elisabetta, la tua gola fa sempre schifo, ma tu sei sana come un pesce. A presto".
E mi apre la porta dello studio.

Non.è.possibile.

mercoledì 11 giugno 2008

A volte ritornano...

Non è che sia sparita. Talvolta, semplicemente, vengo sopraffatta dagli eventi.
Sono stata al mare, in Turchia, per una settimana. E là ho fatto ben poco, oltre a scottarmi in posti impensabili.
Sono entrata nella seconda decina in modo silenzioso. Non amo le feste di compleanno e affini. Le facevo da piccola, prima che ci espropriassero la maggior parte del terreno, ma erano altri tempi. E per il diciottesimo, ma lì è quasi d'obbligo. E anche in quel caso nessuno m'ha tolto una bella fregatura da parte del coglione di turno che, guarda caso, ha ricominciato a farsi sentire proprio in questi giorni.
Ma questa è un'altra storia.
Sono entrata nella seconda decina e ho ricevuto molti auguri inaspettati. Ecco, amo gli auguri fatti con il cuore, del regalo m'importa ben poco. E, forse, finalmente la gente l'ha capito, risparmiando un bel po' di soldi e non facendomi regali. Ma, ripeto: preferisco un augurio con il cuore che un regalo per convenzione. E così è stato.
In certe occasioni fai caso a chi ti pensa veramente e chi, in realtà, parla solo per dar fiato alla bocca. E il pensiero che aspettavo di più è, probabilmente, quello che non ho ricevuto. Lei, che s'è dichiarata più volte "mia sorella" (credo poco a queste definizioni, ma per far felici le persone a cui tieni fingi che t'importi) è ormai un anno che mi parla solo se sono io a cercarla.
Ma tant'è. Rimango sempre della convinzione che siano gli altri a perderci, non io. Penso sia più che altro un trucco per non rimuginarci troppo, e a volte funziona.
In questi giorni sono critica - se non s'era ancora capito -. Prendetemi così, se vi va, altrimenti andate a leggere qualcosa d'altro.
In questo periodo sono ritornate molte persone non volute - tra cui Erre, ma non ha ancora capito che non sono più disposta ad accoglierlo a braccia aperte, perché m'ha reso insensibile verso i rapporti di coppia e non lo perdonerò mai per questo - e se ne sono andate molte persone ben volute - tra cui Pina. E non era nulla di inaspettato, ma fa comunque male sapere che non ci sarà più -.
Ho reciso l'ennesimo rapporto. E non so bene perché. O, per meglio dire, lo so, ma preferisco non ammetterlo. Perché sono gelosa. Perché sono possessiva e gelosa. E perché sono stufa di rifiuti arrivati quando io sono troppo coinvolta per non rimanerci male. E quindi gioco d'anticipo.
La voglia di studiare è altalenante, aggravata dal solito dubbio che mi ronza nella testa: ce la farò? Perché qua mi danno tutti per futura disoccupata e non credo si sbaglino di molto.
Ma, come si dice, la speranza è l'ultima a morire.