sabato 11 aprile 2009

Il pornografo di Vienna, Lewis Crofts

Le guardie rimisero in piedi Egon e lo trattennero davanti al magistrato.
«Come si è detto, sfortunatamente non ci sono prove sufficienti di maltrattamento nei confronti di nessuno dei bambini. Perciò io la condanno, Egon Leo Adolf Schiele, di anni ventuno, celibe, residente in Buchberggasse 29, proprietà della famiglia Gierlinger, per il reato di diffusione di opere immorali, alla pena massima prevista dalla legge imperiale: quattro settimane. Purtroppo, avendo lei già scontato ventitré giorni, verrà sottoposto a reclusione per altri cinque giorni. Non credo che lasciarla lì più a lungo servirà a calmare la sua anima malata. In aggiunta a questo, proclamo una pubblica censura nei confronti della sua opera. Inoltre, i centoventiquattro lavori incriminati confiscati nel suo alloggio verranno distrutti. A cominciare da quello» aggiunse, indicando il ritratto di Valerie che nel trambusto era scivolato sul pavimento. «Guardia, lo porti fuori, per piacere, e mi aspetti alla piazza del mercato. Faccia i preparativi del caso.»
Una delle guardie si avvicinò al ritratto, lo raccolse dal pavimento e lo girò per nascondere il lato dipinto.
«L'imputato ha qualcosa da dire?»
Egon continuava a dibattersi contro la guardia.
«Qualcosa da dire?» ripeté il magistrato.
«È lei. È lei il criminale. L'arte dovrebbe essere libera. Limitare l'artista è un crimine; è assassinare la vita sul nascere.»

2 commenti:

ha detto...

"L'arte deve essere libera" sagge parole.

il messaggio di cui parlavo sul blog era quello che ti avevo mandato in fb, se volevi venire a mì a farti un giro XD

Abby ha detto...

ah, ok... ma t'ho risposto, no? sono stata a milano questa settimana, quindi non scendo la prossima, ho un po' di cose da sistemare sul lago..
bacio