martedì 28 luglio 2009

La vita segreta delle api, Sue Monk Kidd

Era il momento sospeso tra la fine del giorno e l'arrivo della notte, un momento che non ho mai amato per la tristezza che permane nell'intervallo tra l'andare e il venire. August guardò il cielo, dove stava sorgendo la luna, grande, argentata e spettrale.
«Osservala bene, Lily, perché stai per assistere alla fine di qualcosa» mi disse.
«Davvero?»
«Certo, perché da quando esiste il genere umano, la luna è sempre stata un mistero per noi. Pensaci bene. È forte tanto da attirare il mare; poi muore, ma torna sempre indietro. La mamma mi ripeteva che la Madonna viveva sulla luna e che io dovevo ballare quando il suo viso era luminoso e correre al riparo quando si presentava scuro.»
August fissò a lungo il cielo e poi, voltandosi verso la casa, soggiunse: «Non sarà mai la più stessa, una volta che andranno a camminarci sopra. Diventerà soltanto l'ennesimo grande programma scientifico».

giovedì 16 luglio 2009

Der Sommer kommt

Meglio tardi che mai, anch'io ho finito la sessione d'esame. Sessione andata discretamente, scleri dell'ultima ora a parte.
Ora posso finalmente dire d'essere in vacanza. E Milano non mi vedrà più fino a settembre, ché lì fa troppo caldo anche solo per pensare. Un po' mi spiace stare lontana per così tanto tempo, ma posso usare come scusante il fatto che d'estate diventi deserta: ho sempre trovato strano andare a Milano d'agosto, sembra un'altra città.
Nel frattempo continuo a dare ripetizioni e sono sempre più convinta che il mio futuro non sarà nell'insegnamento: non ho la pazienza necessaria per spiegare mille volte come si forma il passivo o cose del genere. E, nel caso sorgesse la fatidica domanda "perché lo fai, allora?" la risposta è: perché guadagno di più in tre giorni di ripetizioni che in un mese nel residence dove lavoravo l'anno scorso. Ebbene sì, sono molto materialista.
Domani sveglia all'alba per andare a fare esami vari ed eventuali pre-operazione. Sì, finalmente m'hanno chiamato e, legge di Murphy docet, nel periodo più caldo dell'anno. Ovviamente.
Ora vado a prepararmi psicologicamente all'alzataccia e penso a cosa scrivere di più sensato prossimamente...

martedì 7 luglio 2009

Mele bianche, Jonathan Carrol

«I soliti sintomi?». Inaspettatamente lei gli prese la mano e la strinse tra le sue. «Sì, un po', ma la cosa più evidente è l'appetito, e poi ho sempre freddo. Fortuna che ho questo giaccone: praticamente ci vivo dentro. Ma non è niente a confronto di quello che di solito succede alle altre. I primi tre mesi in genere sono i peggiori: io sono stata fortunata. Devo soltanto riempirmi le tasche di barrette di Mars e girare dentro questo igloo blu che mi hai dato tu. Tutto qua.
Senti, ma ne dobbiamo parlare ora, oppure possiamo rimandare a tra un po'? Sono ancora rintronata dal volo e vorrei proprio mangiare qualcos'altro. Magari qualcosa di dolce, se non ti dispiace».
«Un gelato con sopra una bella salsa di caramello calda?».
Isabelle gli strinse forte la mano e rispose: «Magari due».
Ettrich allungò il braccio verso il cruscotto e con un sospiro di felicità girò la chiave d'accensione. Isabelle era . Era seduta a mezzo metro da lui e stavano andando a comprare un gelato. Che altro poteva desiderare dalla vita?
«L'ho sentito».
Lui la guardò. «Che cosa?».
«Il tuo sospiro. Era un sospiro di felicità o di tristezza?».
Prima di avere la possibilità di rispondere, lei gli fece un'altra domanda, che cambiò per sempre il colore della sua vita.
«Vincent, com'è essere morti?».