sabato 26 novembre 2011

Il malinteso, Irène Némirovsky


Aveva delle amanti, relazioni che duravano due o tre mesi al massimo, facili da cominciare e facili da rompere, poiché finivano sempre con l'annoiarlo in breve tempo. Cambiava spesso donna - a suo giudizio, infatti, solo il primo bacio valeva qualcosa - e praticava a meraviglia quell'arte prettamente moderna che consiste nel "piantare le donne", delle quali sapeva sbarazzarsi con eleganza. A volte, dopo aver abbandonato un'amante, oltre a provare la sensazione di sollievo di chi ha portato a termine un compito, gli tornava in mente suo padre, che aveva creduto di cogliere il senso della vita in quegli occhi, in quei seni, in quei brevi spasmi. La donna... Per Yves era soltanto un oggetto grazioso e comodo: innanzitutto, ce n'erano talmente tante, da quando c'era stata la guerra, ed erano così disponibili... E poi no, davvero, no, aveva un bel frugare in quegli occhi languidi e ingannevoli, non c'era traccia del brivido interiore, della luce sempre nuova che suo padre si era illuso di trovarvi, e che forse anche lui confusamente cercava. E pensava che per chi ha visto lo sguardo dei moribondi, per chi è caduto ferito, per chi ha spalancato le palpebre nel disperato tentativo di scorgere un lembo di cielo prima di morire, per chi ha vissuto tutto questo, la donna non ha né segreti né mistero né attrattive se non quella di essere compiacente, graziosa e fresca. L'amore... doveva essere una sensazione di pace, di calma, di infinita serenità... doveva dare riposo... se mai esisteva...

lunedì 14 novembre 2011

Ninfea.

Mi hanno appioppato questo soprannome. In realtà era un modo velato e scherzoso di darmi della ninfomane (che poi, pure questo...), ma sono andata a controllare il significato e sono venuta a scoprire che...



I Greci attribuivano al fiore qualità anti-afrodisiache; nella mitologia greca è considerato il simbolo dell’amore non corrisposto, ma anche dell’amore platonico. Gli Egizi hanno scelto questo fiore per ornare, dipinto le pareti delle tombe dei faraoni. In Oriente, la ninfea simboleggia l’alba, l’arrivo del sole; alcune varietà si aprono quando sorge il sole e poi si richiudono al tramonto. Giglio d’acqua è il nome utilizzato per indicare la ninfea nei paesi anglosassoni; qui rappresenta la castità, la purezza, e la freddezza.

Freddezza ci sta, ma il resto? Cara ninfea, vuoi dirmi qualcosa...?

Tutto è un eterno ritorno

Ho ricominciato a sentire Daniele. La cosa è dovuta al fatto d'aver avuto un appuntamento - se così si può chiamare - disastroso. Ora ci rido, ma è terribile quanto un uomo possa non saperci fare con una donna.

[sì, mi riferisco al tipo di Shakespeare, ma non voglio parlarne. Più che altro perché qua non ho mai parlato apertamente di sesso e non voglio iniziare ora.]

Comunque. L'ho cercato io, con un semplice messaggio. A volte manchi. E da lì abbiamo ricominciato a parlare. Niente di che, si è parlato del più e del meno, evitando abilmente ogni possibile riferimento alla nostra relazione.
Cosa ho capito? Che non è cresciuto minimamente, che gli errori che ho cercato di fargli notare per molto tempo continua a farli e che rimane il solito maledetto orgoglioso. Ma non è quello il punto. 
Ho capito che mi manca. Non come compagno, rimango dell'idea che sia troppo egoista per instaurare una relazione degna di tale nome. Mi manca come amico, mi manca tutto quello che c'era prima del diciassette marzo duemiladieci.
Ma non penso l'abbia capito.