mercoledì 16 ottobre 2013

Nove Settembre Duemilatredici

Serata tranquilla, come tante altre, spritz in riva al lago e poi grigliata mista con la persona migliore che potessi conoscere.

Quando arriva la telefonata di mio padre.

"Ciao papo!"
"Michael è morto."
"Ma Michael - Michael?"
"E certo cretina, chi se no? Sto andando al pronto soccorso!"

Le lacrime inondano gli occhi, la corsa frenetica verso l'ospedale e la scena peggiore che una persona possa vedere: una madre sdraiata sul letto d'un ospedale di provincia che abbraccia il figlio e urla "Non potete portarmelo via!".

Le chiamate che devi fare, perché i genitori sono sotto shock: al datore di lavoro, al suo supervisore, alla nonna.

Mio cugino. Vent'anni. Aveva sconfitto il cancro ed è morto mentre correva, improvvisamente, da solo, in una stradina di montagna.

Non ho mai avuto la sensazione che il dolore potesse essere tangibile, fino a quella settimana. Dove tu devi essere forte perché ci sono persone che non hanno la forza di reagire. Perché è stato tolto loro un figlio, un fratello, un nipote senza preavviso. E allora tu fai quella forte, quella che ringrazia per le condoglianze, quella che organizza le parti più "burocratiche". Fino a che non vedi le centinaia di persone fuori dalla chiesa e vedi la bara chiudersi e lì crolli, perché capisci che è tutto vero. Ed è tutto finito.

Ho continui flashback di quel giorno. A volte ancora non mi sembra vero. A volte ho paura a rapportarmi con la dura realtà.

Ho avuto la riprova che ho delle persone stupende accanto a me. Dal sant'uomo che ha passato tutte le sere accanto a me a parlare di aria fritta con persone che nemmeno conoscevo e considerarlo un amico è riduttivo, all'amica di sempre che quel lunedì sera è uscita di casa in pigiama semplicemente per abbracciarmi, a tutte le persone che m'hanno dedicato un pensiero, un messaggio, un sorriso. Piccoli gesti che riscaldano il cuore.

giovedì 2 maggio 2013

Just smile.

Ammetto d'aver sorriso quando m'hai detto che, chissà, potremmo anche condividere l'appartamento.
Sì, lo so, era solo una frase, ma con te ho sempre pensato che potesse durare, l'ho pensato dalla prima volta che t'ho visto cinque anni fa, su quella panchina del lungolago, a Como.
Chissà, ne riparleremo a novembre, quando la stagione alberghiera sul lago sarà finita e sarò libera di muovermi.

Per ora sorrido.

venerdì 1 febbraio 2013

L'amore in una foto


Mio padre, cinquant'anni oggi.

[per la cronaca, nella foto: io e papà, una ventina d'anni fa, probabilmente in Austria.]

giovedì 31 gennaio 2013

Sterne folgen dir, EINSHOCH6


Capisci di essere a un punto di non ritorno quando non riesci a toglierti dalla testa il ritornello di una canzone. Tedesca.

mercoledì 30 gennaio 2013

Looking for Alaska, John Green


"No," she said, and I couldn't tell at first whether she was reading my kiss-obsessed mind or responding to herself out loud. She turned away from me, and softly, maybe to herself, said, "Jesus, I'm not going to be one of those people who sits around talking about what they're gonna do. I'm just going to do it. Imagining the future is a kind of nostalgia."
"Huh?" I asked.
"You spend your whole life stuck in the labyrinth, thinking about how you'll escape it one day, and how awsome it will be, and imagining that future keeps you going, but you never do it. You just use the future to escape the present."

domenica 27 gennaio 2013

Dubbi dell'ultimo minuto

Cosa regalo all'uomo più importante della mia vita che compie cinquant'anni?

[No, non sono diventata gerontofila, sto parlando di mio padre.]

venerdì 25 gennaio 2013

E se...?

E se ti dicessi che penso di essere innamorata di te?
E se facessi comparire questo enorme elefante in mezzo alla stanza e non ti volessi più solo come un amico?
E se ti facessi notare che le cose tra te e la tua ragazza vanno male da fin troppo tempo?
E se sottolineassi che è sintomatico il fatto che cerchi me e non lei? Che passi le serate con me senza dirle niente?
E se ammettessimo entrambi che cinque anni fa siamo stati due stupidi orgogliosi e che saremmo potuti essere molto di più, che potremmo essere ora molto di più?
E se ti confessassi che queste domande sono un pensiero fisso nella mia mente?

Riuscirò a dirtelo?