Manuale per comprenderci
Pachera: ruspa
Peduli: scarpe da ginnastica
La la lì: laggiù
Tirarsi a una: giungere a una conclusione (tempo più limitato?)
Guardar via: (accettiamo suggerimenti)
Perdersi via: (temporeggiare? Accettiamo suggerimenti)
Venire a una: giungere a una conclusione (tempo più lungo?)
Stremire: spaventare
In dree via: cadere all'indietro
Curlasch: accetta
Culdirö: paiolo
Cazuu: mestolo
Pedriö: imbuto
Pulen: tacchino
Legur da tech: gatto
Tosèga: petulante, fastidioso
Fà parè: fingere, attuare una finzione
Và che vòlto là: attenzione, sto cadendo
Stramusciare: stropicciare
Spatafiata: (accettiamo suggerimenti)
Marmitta: zuppiera, ciotola
Corriera: bus
Desbiès: di traverso
Incrusciare: piegare (accettiamo suggerimenti)
Vès dree a fà: stare facendo
Parià: (accettiamo suggerimenti)
Ganassa: borioso
domenica 9 novembre 2008
martedì 4 novembre 2008
It's raining, man...
Se bisogna passare novembre da qualche parte, mai farlo - e dico mai - a Milano. Si rischierebbe di diventare un muschio o un lichene.
Da circa due settimane a questa parte piove ininterrottamente, con conseguente sclero e depressione della sottoscritta. Ché la pioggia è bella, ma non in città. E soprattutto non a Milano.
Previsioni per i prossimi giorni? Acqua a catinelle. E se non è quello, allora ci sarà nebbia agli irti colli che piovviginando sale. Ma tiro a indovinare, eh.
Ribadirò fino alla nausea che, dei dodici mesi, novembre è il più inutile. Prima c'è ottobre, con i suoi colori caldi e le foglie che scricchiolano sotto i piedi. Dopo c'è dicembre, con la neve, Natale e tutti i suoi Jingle Bells, Stille Nacht e Tu Scendi Dalle Stelle. Ma che cosa ci si può fare? Nulla. Ci tocca tenere novembre e la sua umidità.
Acqua a parte va abbastanza bene. Se si esclude il fatto che oggi ho avuto un attacco di panico e non ho la minima idea di quale possa essere il motivo. Voglio dire, in genere mi vengono in auto, ma lì so a cosa è dovuto. Invece non riesco a trovare una giustificazione all'attacco di stamattina. Ok che stavo seguendo una lezione su Dante, ok che si parlava di Paolo e Francesca, ok che erano le nove di mattina, ma tutto ciò continua a non avere senso.
Tralasciando gli attacchi di panico, la vita meneghina continua nella completa idiozia: ragazzi che rubano i vestiti a noi povere fanciulle indifese per poi vestirsi come noi e prenderci in giro, contratti di sorellanza e dizionari italiano-laghee, per farci capire dai comuni mortali.
E lo studio va amabilmente a quel paese. Mi metto in testa di studiare cento pagine e a malapena ne finisco venti. Perché mi metto a parlare con questo o con quell'altra, mi fumo una sigaretta, aiuto la coinquilina a comprare dei vestiti, il coinquilino a scegliere il regalo per la madre e le ventiquattro ore finiscono prima che me ne renda conto. Ah, sì, certo, ogni tanto mi ricordo d'andare anche in università. Se avanza il tempo, eh.
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