sabato 4 giugno 2011

C'è che non c'è ma e non c'è se.

C'è che sono dieci-giorni-dieci che ho lasciato la persona con la quale volevo passare il resto della mia vita. Perché per lui ci sono sempre stata, nei momenti felici come in quelli tristi, ma mi stava dando per scontata, preferendo gli altri a me.

C'è che oggi ho capito che non lotterà per me, che continuerà a preferire le auto e i fine settimana al mare anziché cercare di farmi capire che ho sbagliato a lasciarlo, che non possiamo fare a meno l'uno dell'altra.

C'è che non sono ancora riuscita a laurearmi e farlo ora significa non sapere niente del futuro, perché pensavo di andare a vivere con lui, ma ora non ho certezze.

C'è che con questa crisi ho capito che posso contare su pochissime persone. Perché l'amica che mi chiama sorella mi lascia nel mio brodo a piangere e stare in piedi a sigarette per una settimana finché non ha bisogno lei di essere ascoltata. Perché l'amica dell'università va a scrivere sul suo sito che i miei non sono problemi fondamentali, ma solo i suoi lo sono.

C'è che i miei hanno fatto i salti di gioia quando hanno scoperto d'averlo lasciato, perché non l'hanno mai potuto sopportare e hanno sempre pensato che mi stesse solo usando.

C'è che faccio fatica ad arrivare a fine giornata. E la notte è ancora peggio, perché immancabilmente è nei miei sogni.

6 commenti:

Deleted ha detto...

E' sempre difficile esprimere un pensiero riguardo a questi avvenimenti, soprattutto se non richiesto; si corre il rischio di essere banali, esagerati, fuori tema e di riportare l'accaduto alle proprie esperienza passate, traformandolo in un'altra occasione per lamentarsene.
Azzarderò e correrò il rischio.
Credo che la sensazione di terra bruciata che ti circonda pulisca l'orizzonte e lasci in evidenza le cose e le persone su cui puoi contare: te stessa, prima di tutto, che probabilmente sai quanta strada hai davanti e quanto difficile, ma la cui consapevolezza è già un primo passo.
Servirebbe anche qualcuno a cui raccontare tutta le storia, che però dovrebbe essere capace di ascoltare senza giudicare o cercare di convincerti su cosa sia meglio fare o non fare.
Come vedi ti sto dicendo la mia, sempre pronto a dispensare saggezza ma incapace di badare alla propria vita; me ne scuso, ma mi dispiaceva non scrivere nulla, avendoti letta così smarrita.
Solo una cosa ancora: basta sigarette.
Un abbraccio.

Abby ha detto...

ti ringrazio, speravo di leggere qualcosa di tuo...
il punto è che ho perso la mia costante degli ultimi otto/dieci anni, ora non ricordo neanche più quanto tempo fa ci siamo conosciuti. qualcuno che m'ascolta c'è, il problema è che è difficile parlarne, a malapena riesco a scriverne, e mi è sempre risultato più semplice prendere una penna in mano che articolare dei suoni.
hai ragione anche sulle sigarette, dovrei mettermi d'impegno e smettere, ma ora è difficile...

Deleted ha detto...

Profetico il titolo del tuo primo post.
Eppure, quanto bisogno abbiamo di esprimerli i nostri pensieri e sperare che vengano compresi?

Abby ha detto...

dici che un giorno questo dolore mi sarà utile? può essere, ma si sarebbe potuto evitare facilmente...

Deleted ha detto...

Perchè dici così?

Abby ha detto...

dico così perché se Lui m'avesse ascoltato, non sarei arrivata a una scelta così drastica come lasciarlo.