sabato 29 marzo 2008

Unduldsamkeit

Allora.
Partiamo dal presupposto che non sono la perfezione e sono conscia di ciò.
Qualcosa di buono dovrò pur avere, però. Non credo di essere ridotta così male.
Mi domando per quale arcano motivo devo sempre sbagliare. E soprattutto perché sempre io.
Per me nulla è bianco o nero, c'è tutta una scala di grigi nel mezzo. Quindi perché non si può trovare un accordo e andare avanti così?
C'è l'Artista. E l'Artista dice a me di non sparire dopo un martedì pomeriggio carino e passato tranquillamente. Mi faccio sentire, ma quando non trovo riscontro dall'altra parte, per quanto mi riguarda, è ovvio che l'interesse cala.
C'è Lui. E Lui dice che sono sparita. Solo perché non ho risposto a un paio di messaggi. Però quando mi chiede di fargli compagnia è lui che sparisce.
C'è LaVale. E LaVale fa tanto l'amica, ma poi non ha mai tempo per la sottoscritta e dice ad altri cose che avevo confidato solo a lei.
C'è Sabri. E Sabri dice che ho cambiato atteggiamento nei suoi confronti e non capisce perché. Perché, per quanto mi riguarda, a chiunque darebbe fastidio se saltasse un appuntamento solo perché la Bov non può. Perché vedersi in due è troppo compromettente, a quanto pare.
C'è Frenzy. E Frenzy ha deciso di perdere la verginità sul mio letto. Senza neanche cambiare le lenzuola. Così domani me ne torno a Milano e non oso pensare a quello che troverò. Sarò troppo rigida, ma certe cose non riesco a sopportarle.
C'è Fefe. E Fefe dice che non può venire in vacanza con me, casomai trovasse lavoro in questo mese. Potrei credergli, se solo avesse mai iniziato a cercarlo.
Così mi ritrovo inacidita come non mai - come se prima non lo fossi abbastanza-, stufa dei rapporti d'"amicizia" che ho e con una vacanza pagata per la Turchia. Nella quale andrò da sola, perché non ho intenzione di pregare nessuno. Ed in fondo è meglio così.

Domanda

Perché devo essere sempre io dalla parte del torto...?!

sabato 22 marzo 2008

Frohe Ostern!

Buona Pasqua, Pasquetta e chi più ne ha, più ne metta a tutti...



















[nel frattempo, io colgo l'occasione per isolarmi un po', ché ne ho bisogno. A presto.]

sabato 15 marzo 2008

Milano, Milano


Sarà la primavera alle porte, sarà che prendo tutto con molta più filosofia, ma Milano inizia a piacermi.
Le giornate si fanno più lunghe e soleggiate ed è bello decidere di non prendere la rossa a Duomo per farsela a piedi fino in università, aspettando in S. Ambrogio la mia Vero con Anna Nalick o Kate Nash nelle orecchie e la mia amata letteratura tedesca tra le mani, per leggere un'altra scena del Don Carlos e guardare sconvolta la gente strana che gira dalle parti di via Carducci e via de Amicis.
La via della perdizione è stata intrapresa da tempo e, ormai, non so neanche più che lineamenti ha la docente di fonetica tedesca. Ma vabbè.
E con me e Vero, ormai, c'è anche Silvia. Ché Patti e SS sono troppo restie dal lasciar perdere una lezione per sedersi in una panchina di uno dei due chiostri - a noi, in realtà, vietati in quanto non laureate, ma chissenefrega - a parlare di quanto non è a piombo quella che fa tedesco con noi, che dopo un semestre e mezzo non ha ancora capito che solo chi ha il badge docenti può usare gli ascensori, o di come sarà alternativa la nostra laurea, senza corsa in mezzo ai chiostri con tanto di salto dei cespugli (e, sicuramente, caduta per quanto mi riguarda), senza foto con l'Albero della Sapienza e, soprattutto, senza doccia di CocaCola. Che non ci tengo, sai com'è.

venerdì 14 marzo 2008

Il periodo troio


Ogni individuo ha delle tappe alle quali non può sfuggire. Inconsciamente tutti, chi prima chi dopo, ci passano.
Una di queste è il cosiddetto periodo troio.
Il periodo troio è quel lasso di tempo - durata media un anno e mezzo, al massimo due - nel quale la persona si diverte alla stragrande fregandosi di quello che pensano o meno gli altri.
In genere sopraggiunge verso i diciassette anni e si fanno le peggio cazzate di 'sto mondo (e pure dell'altro).
Al diavolo i moralismi. Si può dire quello che si vuole, ma queste esperienze servono. Modellano il carattere, reagisci meglio alle batoste future e via dicendo.
Non è che ne parlo perché voglio rivangare quel periodo della mia vita con aria nostalgica, ma semplicemente perché è saltato fuori il discorso in questi giorni.
Il problema è che, per quanto futile la cosa possa sembrare, ha anch'essa la sua tempistica e una sua motivazione. Intendo dire che questo genere di esperienze vanno fatte quando si è ancora degli stupidi adolescenti, altrimenti si rischia di sembrare semplicemente ridicoli. E, oltre a ciò, servono per riuscire a rialzarsi quando si riceve un rifiuto o finisce una storia.
Visto? Tutto ha un suo perché.

giovedì 13 marzo 2008

Don Carlos Infante di Spagna, Friedrich Schiller

Carlos: Sie haben nie geliebt?
Königin: Seltsame Frage!
Carlos: Sie haben nie geliebt?
Königin: - Ich liebe nicht mehr
Carlos: Weil es Ihr Herz, weil es Ihr Eid verbietet?
Königin: Verlassen Sie mich, Prinz, und kommen Sie
Zu keiner solchen Unterredung wieder.
Carlos: Weil es Ihr Eid, weil es Ihr Herz verbietet?
Königin: Weil meine Pflicht - - Unglücklicher, wozu
Die traurige Zergliederung des Schicksals,
Dem Sie und ich gehorchen müssen?
Carlos: Müssen?
Gehorchen müssen?
Königin: Wie? Was wollen Sie
Mit diesem feierlichen Ton?
Carlos: So viel,
Daß Carlos nicht gesonnen ist, zu müssen,
wo er zu wollen hat; daß Carlos nicht
gesonnen ist, der Unglückseligste
in diesem Reich zu bleiben, wenn es ihn
nichts als den Umsturz der Gesetze kostet,
der Glücklichste zu sein.
Königin: Versteh ich Sie?
Sie hoffen noch? Sie wagen es, zu hoffen,
Wo alles, alles schon verloren ist?
Carlos: Ich gebe nichts verloren als die Toten.

(traduzione di Maria Carolina Foi)

Carlos: Siete mai stata innamorata?
Regina: Strana domanda!
Carlos: Siete mai stata innamorata?
Regina: … Io non amo più.
Carlos: Perché lo vieta il vostro cuore, oppure il vostro giuramento?
Regina: Lasciatemi, principe, e non ritornate più su questo punto.
Carlos: Perché lo vieta il vostro giuramento, o perché lo vieta il vostro cuore?
Regina: Perché il mio dovere… Sciagurato, a che serve questra triste disamina di un destino al quale entrambi dobbiamo obbedire?
Carlos: Dobbiamo? Dobbiamo obbedire?
Regina: Come dite? Che significa questo tono solenne?
Carlos: Significa che Carlos non è più disposto a dovere dove può invece volere. Che Carlos non è disposto a rimanere l’uomo più infelice dell’impero, se gli basta solo rovesciare le leggi per essere il più felice.
Regina: Vi ho capito bene? Allora continuate a sperare? Osate sperare quanto tutto, tutto è ormai perduto?
Carlos: Per me sono perduti soltanto i morti.

[come si fa a non amare la letteratura tedesca?!]

domenica 9 marzo 2008

Pazza Inter amala!

Lo sai per un gol, io darei la vita la mia vita che in fondo lo so sarà una partita infinita
E' un sogno che ho è un coro che sale a sognare
su e giù dalla nord
novanta minuti per segnare
NEROAZZURRI
noi saremo qui NEROAZZURRI
pazzi come te NEROAZZURRI
non fateci soffrire ma va bene vinceremo insieme
AMALA
PAZZA INTER AMALA
è una gioia infinita che dura una vita
PAZZA INTER AMALA
vivila
questa storia vivila
può durare una vita
una sola partita
PAZZA INTER AMALA
E continuerò
nel sole e nel vento la mia festa
per sempre vivrò
con questi colori nella testa
NERAZZURRI
io vi seguirò
NEROAZZURRI
sempre lì vivrò
NEROAZZURRI
questa mia speranza nell'assenza non vivo senza
AMALA
PAZZA INTER AMALA
è una gioia infinita che dura una vita
PAZZA INTER AMALA
SEGUILA
in trasferta o giù in città
può durare una vita o una sola partita
PAZZA INTER AMALA
Là in mezzo al campo c'è un nuovo campione
un tiro che parte da questa canzone
FORZA NON MOLLARE MAI!!!!!!
AMALA
AMALA PAZZA INTER AMALA
è una gioia infinita che dura una vita
PAZZA INTER AMALA
PAZZA INTER AMALA
AMALA