martedì 7 luglio 2009

Mele bianche, Jonathan Carrol

«I soliti sintomi?». Inaspettatamente lei gli prese la mano e la strinse tra le sue. «Sì, un po', ma la cosa più evidente è l'appetito, e poi ho sempre freddo. Fortuna che ho questo giaccone: praticamente ci vivo dentro. Ma non è niente a confronto di quello che di solito succede alle altre. I primi tre mesi in genere sono i peggiori: io sono stata fortunata. Devo soltanto riempirmi le tasche di barrette di Mars e girare dentro questo igloo blu che mi hai dato tu. Tutto qua.
Senti, ma ne dobbiamo parlare ora, oppure possiamo rimandare a tra un po'? Sono ancora rintronata dal volo e vorrei proprio mangiare qualcos'altro. Magari qualcosa di dolce, se non ti dispiace».
«Un gelato con sopra una bella salsa di caramello calda?».
Isabelle gli strinse forte la mano e rispose: «Magari due».
Ettrich allungò il braccio verso il cruscotto e con un sospiro di felicità girò la chiave d'accensione. Isabelle era . Era seduta a mezzo metro da lui e stavano andando a comprare un gelato. Che altro poteva desiderare dalla vita?
«L'ho sentito».
Lui la guardò. «Che cosa?».
«Il tuo sospiro. Era un sospiro di felicità o di tristezza?».
Prima di avere la possibilità di rispondere, lei gli fece un'altra domanda, che cambiò per sempre il colore della sua vita.
«Vincent, com'è essere morti?».

Nessun commento: