sabato 15 marzo 2008

Milano, Milano


Sarà la primavera alle porte, sarà che prendo tutto con molta più filosofia, ma Milano inizia a piacermi.
Le giornate si fanno più lunghe e soleggiate ed è bello decidere di non prendere la rossa a Duomo per farsela a piedi fino in università, aspettando in S. Ambrogio la mia Vero con Anna Nalick o Kate Nash nelle orecchie e la mia amata letteratura tedesca tra le mani, per leggere un'altra scena del Don Carlos e guardare sconvolta la gente strana che gira dalle parti di via Carducci e via de Amicis.
La via della perdizione è stata intrapresa da tempo e, ormai, non so neanche più che lineamenti ha la docente di fonetica tedesca. Ma vabbè.
E con me e Vero, ormai, c'è anche Silvia. Ché Patti e SS sono troppo restie dal lasciar perdere una lezione per sedersi in una panchina di uno dei due chiostri - a noi, in realtà, vietati in quanto non laureate, ma chissenefrega - a parlare di quanto non è a piombo quella che fa tedesco con noi, che dopo un semestre e mezzo non ha ancora capito che solo chi ha il badge docenti può usare gli ascensori, o di come sarà alternativa la nostra laurea, senza corsa in mezzo ai chiostri con tanto di salto dei cespugli (e, sicuramente, caduta per quanto mi riguarda), senza foto con l'Albero della Sapienza e, soprattutto, senza doccia di CocaCola. Che non ci tengo, sai com'è.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

perchè noi siamo troppo avanti.
e poi si sta benissimo sulle panchine al sole a chiacchierare di piccole cose (:

Abby ha detto...

hai perfettamente ragione, mia cara!
a presto.